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La caldaia non funzionava da due settimane. Nei giorni lavorativi telefonavo al tecnico ma questo non rispondeva. Vedeva la mia chiamata e mi contattava il giorno dopo. Mi diceva che non aveva avuto tempo, quindi ci mettevamo d'accordo per una data. Poi arrivava il momento, io gli ritelefonavo e di nuovo nessuna risposta.

Mi chiamò la mattina di sabato, ma io stavo lavorando e non ero a casa, per cui ci accordammo per il lunedì. Nel giorno che avevamo stabilito, però, ancora una volta non rispose. Provai una seconda volta a telefonargli. Il cellulare risultava spento. Gli mandai un messaggio vocale via Whatsapp, lui lo vide e lo ascoltò, ma niente. Non mi sembrava il caso di chiamare un altro. Volevo vedere la faccia del tizio che mi stava tenendo al freddo da 15 giorni. Inviai un messaggio di lamentele al fratello, che era il suo datore di lavoro, e il giorno dopo il tipo si presentò a casa per riparare la caldaia.

Si mise a maneggiare il termostato, io gli chiesi se volesse un bicchierino di limoncello e lui accettò. Prima di darglielo lo allungai con alcool puro 95° per liquori. Se lo bevve in un sorso, allora gliene offrii un altro e, dopo cinque minuti, un altro ancora. Dopo il quarto cocktail strascicava le parole. E le gambe. Gli dissi che in passato avevo abitato nel suo quartiere, lui fece un sorriso di compiacimento e mi rivelò la via e il civico in cui viveva. Quando finì, mi assicurai che fosse riuscito a riparare la caldaia e lo pagai. Gli chiesi se voleva un altro bicchiere. Accennò di sì con il capo. Presi un calice e lo riempii per metà d’acqua e per metà del miscuglio. Se lo ingollò e si tolse dai piedi.

L’indomani andai a trovarlo.

Davanti all’abitazione c'erano delle persone e sulla porta d'ingresso era affisso un manifesto di morte col suo nome.

Il giorno prima aveva centrato con la macchina il guardrail di una curva e c'era rimasto secco.

Entrai dentro. C'era un corridoio. La camera ardente era la prima stanza a sinistra. Salutai una signora e due ragazzi che stavano piangendo. Poi mi avvicinai al feretro, abbassai la testa e toccai la bara per farmi il segno della croce. Rimasi pochi secondi con la testa china a guardare la cassa e vi appoggiai il palmo della mano. Era liscia e lucida. Legno massello di qualità.

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